Eurax

A little something about you, the author. Nothing lengthy, just an overview.

INCONTRO TRA INVIATO ONU E LEADER BIRMANO

Gambari ha avuto un colloquio con il dittatore Shwe e ha potuto rivedere San Suu Kye.
Rangoon, Birmania

Dopo tre giorni di «anticamera», l'inviato speciale delle Nazioni Unite nel Myanmar, Ibrahim Gambari, è stato ricevuto dal capo della giunta militare al potere nell'ex Birmania, il generale Than Shweh: lo hanno riferito fonti del ministero per l'Informazione, che hanno peraltro preteso l'anonimato. L'incontro è avvenuto a Naypyidaw, il remoto villaggio nella giungla trasformato nella nuova capitale del Paese asiatico, 400 chilometri a nord della vecchia, Rangoon. Al termine del colloquio Gambari ha lasciato la città e ha incontrato di nuovo la dissidente storica e Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi. Poi ha lasciato il Paese.
Gambari, egli stesso un generale a riposo e già ministro degli Esteri nigeriano, aveva il delicato compito di manifestare alla giunta l'indignazione della comunità internazionale, inducendola ad accettare una soluzione negoziata per la sanguinosa crisi in cui è precipitato il Myanmar, costata almeno sedici morti e circa seimila arresti (ma per il ministro degli Esteri australiano, Alexander Downer, i morti sono «almeno 30»). Finora a Gambari era stato consentito soltanto di incontrare funzionari di medio livello del regime birmano. Domenica aveva inoltre potuto parlare una prima volta, per circa un'ora, con Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari dal 2003: una condizione in cui è stata costretta a vivere per ben dodici degli ultimi diciotto anni. Circa 1.700 persone arrestate, fra cui circa 500 monaci buddisti, sono state rinchiuse in un campus universitario di Rangoon, secondo fonti birmane e delle Nazioni Unite. Secondo le stesse fonti, fra gli arrestati detenuti preso il Government Technical Institute di Rangoon vi sarebbero anche 200 donne. I 500 monaci sono rinchiusi in uno stanzone senza finestre e sono stati costretti a spogliarsi. Molti di loro rifiutano il cibo. Tony Bambury, responsabile per l'Asia del Programma alimentare mondiale, ha detto di aver avuto informazioni secondo cui i detenuti nel campus sono stati poi trasferiti altrove.
Nel frattempo nelle principali città, Rangoon in testa, la presenza delle forze di sicurezza sta cominciando ad alleggerirsi. Martedì nella ex capitale e principale città della Birmania la situazione è calma. La giunta militare ha annunciato una riduzione di due ore del coprifuoco notturno. La repressione delle manifestazioni dei giorni scorsi è costata la vita, secondo le autorità locali, dieci persone, mentre fonti vicine agli ambienti dissidenti parlano di circa duecento morti.
Il ministro degli Affari Esteri birmano, U Nyan Win, in un discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha accusato «opportunisti politici» appoggiati da «paesi forti» di essere i responsabili della repressione subita la settimana scorsa dai manifestanti nel suo paese. U Nyan Win ha avvertito la comunità internazionale ad astenersi dall'imporre sanzioni che non farebbero altro che gettare benzina sul fuoco.

0 commenti:

Pergamon Journal - Alcuni diritti riservati

Creative Commons License Pergamon Journal is licensed under a Creative Commons 2.5 License.