Eurax

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A CHI NON CI ASCOLTA ...


Tutti parlano di noi
: psicologi, opinionisti, politici, pubblicitari, professori, tutti sono pronti a studiarci, raccontarci, manipolarci, sfruttarci, giudicarci ma nessuno ad ascoltarci. Non che sia una cosa facile perché forse noi stessi, per primi, non ci capiamo, non ci ascoltiamo. Chiusi nel nostro individualismo, nel nostro egoismo facciamo fatica a relazionarci con gli altri, anche con i coetanei. Persi i grandi ideali e i valori importanti capaci di aggregare, ci ritroviamo soli anche quando siamo in compagnia perché i nostri contatti sono spesso superficiali, limitati a volte solo allo svago o a tutto ciò che di futile il mondo degli adulti ha creato per tenerci tranquilli, dipendenti. E’ difficile trovare “l’amico/a del cuore” perché abbiamo paura di aprirci, di mostrare le nostre fragilità, le nostre speranze, i nostri sogni, paura di vedere le nostre debolezze usate un domani contro di noi. Ma nonostante tutto penso che sia giunto il momento per noi di divenire protagonisti, artefici della nostra vita, di partecipare in prima persona alla costruzione del nostro futuro, alle decisioni che ci riguardano perché ritengo che oggi più che mai il mondo abbia bisogno di rinnovarsi, di rigenerarsi e chi meglio di noi, che siamo ancora incorrotti, incapaci di compromessi, spesso inflessibili, può provare a farlo?
Ai politici. Avete realizzato per anni ministeri, sempre più numerosi, dai nomi pretenziosi Politiche Giovanili, Istruzione, Salute, Famiglia, Lavoro, ecc. il cui fine dovrebbe essere quello di proteggerci, educarci, curarci, aiutarci, prepararci, ma che sono solo cattedrali nel deserto create per soddisfare soprattutto la vostra ambizione, la vostra voglia di protagonismo e da cui noi siamo da sempre esclusi. Parlate di noi, decidete per noi ma non chiedete mai a noi; i soli contatti con i giovani si limitano a rapidi incontri in scuole ed atenei (attentamente selezionati) dove venite a spiegarci come siamo, quanto siamo importanti e ciò che avete intenzione di fare per costruirci un mondo migliore, promesse puntualmente disattese. Accettate magnanimamente qualche domanda a cui date le solite risposte preconfezionate, se vi applaudono è il riconoscimento della vostra competenza, se vi contestano è l’espressione di piccole frange estremiste, strumentalizzate come sempre dai vostri avversari politici, come se noi giovani fossimo incapaci di formarci delle idee e delle opinioni liberamente. Ma vi siete mai fermati ad ascoltarci veramente? Ascoltate mai i vostri figli, i vostri nipoti, i giovani che vi stanno intorno? Avete mai pensato che fallire con noi è fallire con loro? Che questa società senza morale, senza ideali dove quello che conta non è essere ma apparire è quella dove condannate a vivere anche loro?

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